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Epifania
Epifania

Il mese di gennaio, è dedicato all’ Epifania, che tutte le feste si porta via.

E’ l’evento “conclusivo” appartenente alla cultura cristiana che si celebra dodici giorni dopo il Natale, ossia il 6 gennaio.

Nella tradizione cristiana, l’Epifania, rappresenta il giorno in cui Gesù Bambino si manifestava ai tre re Magi che erano andati a Betlemme per vederlo, portandogli i doni.

Il termine, deriva dal greco Epiphaneia che significa appunto manifestazione.

Di sicuro vi starete chiedendo quale sia il collegamento con la Befana.

Secondo una leggenda appartenente al XII secolo, quando i Re Magi andarono a Betlemme, si persero e chiesero informazioni ad una signora anziana, chiedendole se voleva andare anche lei a portare i doni alla mangiatoia.

La signora, si rifiutò ma subito dopo se ne pentì e preparò un cesto pieno di doni, destinati a tutti i bambini.

“ Viva viva la Befana! Passa di qui una volta sola

 

L’elemento rappresentativo è dunque la Befana.

Erroneamente si rappresenta con un cappello da strega.

In realtà, porta uno scialle di stoffa, uno sciarpone di lana, gonna lunga, calzettoni e scarpe comode.

Pochi denti, naso prominente e schiena ricurva che rappresentano l’anno vecchio.

Ma cosa consegna la befana?

La befana consegna doni e dolciumi ai bambini che, nell’anno precedente si sono comportanti bene e carbone o cipolle a quelli che si sono comportati male.

 

I paesi che riconosco l’Epifania come festività, sono pochi:

  • Italia
  • Grecia
  • Spagna
  • Svizzera (solo alcuni cantoni)
  • Austria
  • Germania (solo in alcune zone)
  • Svezia
  • Polonia
  • Finlandia
  • Slovacchia
  • Repubblica Dominicana
  • Puerto Rico

Ovviamente, ogni Paese celebra questa festa a seconda di diverse ritualità.

Ad esempio, in Spagna, la sera del 5 gennaio si assiste alla sfilata delle carrozze e al rientro a casa, i bambini devono pulirsi bene le scarpe e lasciare cibo ai Re Magi, acqua ai cammelli e andare a letto presto, svegliandosi tardi alla mattina per evitare di incontrare i Re Magi e di rimanere senza regali!

 

In Italia invece, è tradizione festeggiare l’Epifania organizzando feste, mercatini, falò e bruciando la “Vecchia” per dare il benvenuto all’anno nuovo, in quanto, il fuoco porta con sé le tristezze del passato.

 

Nel tempo, si sono create anche tradizioni culinarie.

In Piemonte, troviamo la Fugassa d’la Befana, un dolce morbido che al suo interno contiene una fava bianca ed una nera.

Chi trova la prima deve pagare il dolce, chi trova la seconda deve offrire da bere.

In Veneto troviamo la Pinsa, un dolce realizzato con farina di mais e frutta fresca.

 

 

CURIOSITA’:

-          L’Epifania è una festa che unisce tre eventi della vita di Cristo: l'adorazione di Gesù da parte dei Magi, il battesimo di Cristo nel Giordano e il suo primo miracolo alle nozze di Cana

-          I nomi dei ReMagi non compaiono nel vangelo ma in una versione apocrifa del culto cristiano-copto

-          La Befana è una tradizione solo italiana

Capodanno
Capodanno

Il mese di dicembre, è dedicato interamente alle festività natalizie.

L’evento definitivo è rappresentato dalla notte di San Silvestro, ossia la notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio.

La celebrazione del nuovo anno, è la tradizione più antica che ci sia e che accomuna tutta il mondo, anche se, in tempi e festeggiamenti diversi.

Non abbiamo molte notizie in merito alla comparsa di questa tradizione, ma sappiamo che l’invenzione è stata del popolo Babilonese circa 4000 anni fa.

Infatti, l’anno babilonese iniziava in corrispondenza dell’equinozio di primavera.

La primavera, rappresentava un periodo molto importante per la nuova semina e per la fioritura.

A questo punto vi starete chiedendo quale sia la connessione tra agricoltura ed il primo giorno dell’anno …. La connessione non c’è, e la decisione di festeggiare il 1° gennaio è stata una scelta puramente arbitraria.

Per quanto riguarda il popolo romano invece, l’anno nuovo solitamente si festeggiava a marzo anche se il calendario veniva continuamente manomesso da parte di tutti gli imperatori.

Fu solamente nel 46 a.C. che venne promulgato il Calendario Giuliano, da parte di Giulio Cesare, che stabiliva il 1° gennaio come primo giorno di un nuovo anno.

Questo calendario, era solare ed era basato sul ciclo delle stagioni.

Molti paesi iniziarono ad utilizzarlo, ma la data di Capodanno variava ancora a seconda della zona.

Ad esempio, per quanto riguarda l’Italia, a Pisa e Firenze si celebrava l’anno nuovo il 25 marzo, mentre in Puglia, Calabria e Sardegna il 1° settembre.

Fu solamente nel 1691 con Papa Innocenzo XII, che venne fatta coincidere in tutta Europa la data del 1° gennaio ed ufficializzata nel calendario Gregoriano.

Il calendario Gregoriano, è stato introdotto perché in quello precedente (Giuliano) non era stato calcolato l’anno bisestile, e questo, portava ad una perdita di giorno durante l’anno, in quanto, la rivoluzione della terra attorno al sole dura 365 giorni e 6 ore.

Nonostante questo, in Italia, durante il regime fascista, il Capodanno venne spostato al 28 ottobre, che era il giorno dell’anniversario della marcia su Roma, e dopo la caduta della RSI (Repubblica Sociale Italiana) si ritornò al primo gennaio.

 

 

 

Diverse date per il Capodanno:

  •          Capodanno Europeo: 1° gennaio
  •          Capodanno Cinese: Non ha una data precisa, poiché si basa su un calendario lunisolare e la data può variare di circa 29 giorni.
  •          Capodanno Islamico: Le interpretazioni di questa celebrazione, sono diverse per due principali comunità: Sciiti e Sunniti, non rappresenta una vera e propria festività, ma una commemorazione. Viene utilizzato il calendario lunare e la data varia a seconda dell’anno.Parliamo del così detto Muharram, ossia il primo mese dell’anno e uno dei quattro mesi, considerati sacri.
  •          Capodanno Ortodosso: 14 gennaio

 

In Italia è tradizione festeggiare il Capodanno organizzando cenoni (veglione), invitando parenti oppure amici e mangiare i piatti più tipici della tradizione:

-          Lenticchie

-          Zampone

-          Lenticchie

-          Stinco

-          Uva

 

Inoltre, ci sono alcune tradizioni profane che consistono nell’indossare biancheria intima rossa, nel gettare dalla finestra vecchi oggetti, baciare sotto il vischio la persona amata, etc...

Un'altra tradizione è quella di accendere fuochi e petardi, questo non solo per festeggiare il nuovo anno che verrà, ma anche perché, i botti uniti al disfarsi di vecchi mobili e stoviglie hanno il significato di eliminare tutte le negatività dell’anno che sta giungendo al termine.

Il giorno del 31 dicembre, si chiama anche San Silvestro (santo che si festeggia in questa giornata), erroneamente viene chiamato anche Capodanno, pur trattandosi solo della sua vigili

 

 

 

CURIOSITA’:

-          Se sei alla ricerca di prosperità, è usanza mangiare le lenticchie dopo la mezzanotte, mentre se cerchi l’anima gemella, il melograno.

-          I celti festeggiavano Capodanno durante la notte di Halloween (31 ottobre-1°novembre)

-          La tradizione di fare regali a capodanno, è giunta a noi grazie ai Persiani che erano soliti regalare uova che simboleggiavano produttività.

Le origini del Presepe
Le origini del Presepe

Il mese di dicembre, è dedicato all’allestimento degli addobbi, in occasione del Natale.
Uno degli elementi più rappresentativi, è il Presepe.
Il termine deriva dal latino PRAESAEPE, che etimologicamente significa Greppa, ossia Mangiatoia.
Indica dunque, la rappresentazione scenografica della Natività di Gesù.


La sua nascita ha origini medievali: San Francesco d’Assisi viene considerato come il primo inventore, che lo eresse nel 1223.
Francesco, nel Natale del 1222 si recò a Betlemme e rimase stupido dalle rappresentazioni sacre, fatte in occasione della nascita di Gesù.
Così, tornato in Italia, chiese a Papa Onorio III di poterle riprodurre per il Natale successivo, ossia quello del 1223.
Dato che, al tempo, era vietata la rappresentazione dei dammi sacri, il Papa gli consentì solamente di celebrare la messa in una grotta naturale, invece che in Chiesa.
Francesco, portò all’interno della grotta una mangiatoia con al suo interno del fieno, un asino ed un bue vivente, senza la Sacra Famiglia e con i Frati che illuminavano il paesaggio con le fiaccole.
Il suo obbiettivo era quello di far comprendere la storia del Natale, a tutti coloro che non sapevano leggere, rappresentandola con una scenografia, realizzando il primo Presepe Vivente.
Il primo Paese ad aver ospitato il primo presepe animato, con le statuine è stata l’Italia nel 1283, da parte di Arnolfo di Cambio: Lo scultore, scolpì 8 statuine che rappresentavano i Re Magi e la Natività.
Il presepe ha la forma di una casetta ed è possibile vederlo a Roma, nella Cappella Sistina della Chiesa di Santa Maria Maggiore.


La data di preparazione, per tradizione, è l’8 dicembre, e coincide con la festa dell’Immacolata Concezione che segna ufficialmente l’inizio dell’attesa del Salvatore.
Si mantiene fino al giorno dell’Epifania, quando le statuine raffiguranti i Re Magi vengono poste di fronte alla Sacra Famiglia.
Tuttavia, questa tradizione, fu inglobata nella tradizione cristiana con ricchi simboli e significati.
Il presepe, è composto da tre parti: quella superiore, dove sono presenti gli angeli che annunceranno la nascita tanto attesa di Gesù, quella centrale dove viene raffigurata la grotta, il bue, l’asinello e quella inferiore dove sono rappresentati cittadini polacchi insieme ai Re Magi.
Maria ha un manto azzurro che rappresenta il cielo, Giuseppe ha un manto dai toni scuri che rappresenta l’umiltà, il bue rappresenta un simbolo della cultura ebraica e l’asino invece, della cultura pagana.
I Re Magi invece, derivano dal vangelo e possono rappresentare le tre popolazioni dell’Europa, Asia e Africa oppure le tre età dell’uomo, ossia gioventù, maturità e vecchiaia.

Alcune persone, nel momento in cui fanno il presepe, pongono al centro Gesù Bambino, coprendolo con della carta fino alla mezzanotte di Natale.
Solitamente, secondo la tradizione, l’istante che rende ufficiale l’arrivo del Natale e la nascita di Gesù Bambino è la mezzanotte del 24 Dicembre.
Ed è in questo momento che Gesù viene posizionato in fasce dentro alla paglia della mangiatoia,
affiancato dall’asino e dal bue che lo riscaldano con il loro respiro.
Ad oggi, grazie alla presenza della tecnologia, è possibile decorare il proprio presepe anche con luci ed è possibile ammirare in gran parte del mondo, i presepi viventi.
Questo, non solo per il mondo occidentale cristiano, ma anche per i fedeli di altre Chiese.

CURIOSITA’:
• Secondo la tradizione cattolica, il presepe deve essere disfatto il 2 febbraio, giorno in cui la Chiesa celebra la Presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme.

 

PRESEPE DI NATALE IN LEGNO CON LUCI LED

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Differenza tra Piumoni & Trapunte
Differenza tra Piumoni & Trapunte

La trapunta è un capo invernale finito, completo di imbottitura che viene trapuntato insieme al tessuto esterno per creare un unico strato.

E’ composta da quattro parti:

 

 

-          Tessuto Esterno: solitamente in poliestere, cotone o jacquard

-          Tessuto Tecnico: solitamente in nylon o poliestere, ha la funzione di contenere la piuma.

-          Fodera Interna: tessuti più morbidi rispetto a quelli esterni e di tinta unita.

-          Imbottitura: composta da piuma, o poliestere anallergico.

 

Le trapunte sono già “vestite”, una volta scelta la fantasia non è possibile cambiarla se non interamente.

Prevedono l’utilizzo del lenzuolo e questo consente di cambiare con maggiore frequenza la biancheria e di lavare la trapunta solo con i cambi di stagione.

Generalmente è più lunga e arriva a toccare terra, quindi non ha le dimensioni del letto.

Non si può utilizzare in entrambi i sensi, questo perché la fodera interna è più morbida ed è destinata a stare a contatto con il corpo.

 

Il piumino (noto anche con il termine di piumone), è composto da un’imbottitura formata da piume d’oca bianche prelevate dal collo dell’oca per il 70%, mentre per il 30 % piccole piume che poi vengono mescolate con le originali.

Non prevede l’utilizzo del lenzuolo ed è possibile utilizzare il copripiumino per cambiare la fantasia a nostro piacimento.

Il copripiumino, è facilmente lavabile e consente di lavare il piumino solo al cambio di stagione (consigliati pochi lavaggi).

Tuttavia, esistono 5 punti di calore:

Molto Caldo (5 punti calore)

Caldo (4 punti calore)

Medio (3 punti calore)

Leggero (2 punti calore)

Molto Leggero (1 punti calore)

 

Infatti, il piumino è in grado di adattarsi a tutte le esigenze e può essere utilizzato per tutto il periodo dell’anno.

Inoltre, è dotato di bottoni alle estremità che consentono di unire due o più piumini per aumentare il grado di calore.

 

LAVAGGIO:

I piumini, indipendentemente dalla loro imbottitura (vera piuma o materiale sintetico) possono essere lavati facilmente anche a casa.

Le loro dimensioni contenute e la loro versatilità, consentono il lavaggio anche in lavatrice.

Le trapunte invece, presentano dimensioni troppo grandi e non sempre è possibile lavare anche la fodera, se non a secco.

 

 

 

CURIOSITA’:

  •          Il termine piumone era nato come marchio registrato di una azienda di biancheria per la casa.

Successivamente, questo termine divenne molto noto, e di conseguenza venne dato lo stesso nome anche al prodotto.

 

 

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La Storia dell'Albero di Natale
La Storia dell'Albero di Natale

Il mese di dicembre, è dedicato all'allestimento degli addobbi, in occasione del Natale.

L'elemento più rappresentativo, che viene utilizzato in tutto il mondo è l'albero.

La sua nascita ha origini celtiche: i popoli del Nord Europa durante il solstizio d'inverno, richiamavano il ritorno del sole, ossia della Primavera, attraverso rituali che consistevano nell'ornare gli alberi da frutto, ballandoci attorno, tuttavia, questa tradizione fu inglobata nella tradizione cristiana, anche se inizialmente, l'abete venne sostituito con una pianta di agrifoglio che rappresentava la corona di spine di Cristo.

La prima città ad aver ospitato il primo albero di Natale, è stata Tallinn (cittadina dell'Estonia) nel 1441: nella piazza principale, fu esposto un grande abete, ma per uno scopo ben diverso: i giovani ragazzi / e, ballavano attorno all 'albero, con l'obbiettivo di trovare l'anima gemella e scambiarsi “effusioni amorose”… tuttavia questa usanza andò perdendosi con il tempo.

In Italia, il primo albero di Natale fu allestito nella seconda metà dell'Ottocento da parte della regina Margherita.

La data di preparazione, per tradizione, è l'8 dicembre, e coincide con la festa dell'Immacolata Concezione.

L'albero, rappresenta l ' ALBERO DELLA VITA l' ALBERO DEL BENE E DEL MALE , i quali, secondo le maggiori religioni, furono messi da Dio al centro del Giardino dell'Eden e, inizialmente, veniva addobbato con frutti, tra cui le mele rosse.

La mela rossa, oltre al colore che simboleggia questa festa insieme al verde, rappresentava, per la tradizione cristiana, il simbolo del peccato originale commesso da Adamo ed Eva.

Fu solamente nel 1858, a causa di un inverno molto rigido in Francia, che vennero realizzate le prime palline come decoro, data la scarsa quantità di mele disponibili, non sarebbe bastato per decorare l'albero: un artigiano di una piccola città, che si occupava della produzione di vetri per orologi ebbe una fantastica idea: dato che per produrre questi vetri, il vetro doveva essere tagliato in palline che poi venivano soffiate, pensò di fare lo stesso per realizzare gli addobbi.

Il 22 dicembre del 1882, ci fu invece il primo albero di Natale illuminato.

Edward Johnson, un socio di Thomas Edison, mostrò il suo albero ornato da 80 lampadine a incandescenza elettriche rosse, bianche, blu. Il successo non tardò ad arrivare, anche se il costo relativo al consumo elettrico, costrinse gran parte dei cittadini a continuare ad utilizzare come decori le classiche candele di cera e solo nel 1940 si assistette ad una graduale sostituzione.

L'utilizzo delle candele di cera, si deve a Martin Lutero, che incuriosito dalla luminosità che le stelle producevano tra i sempreverdi, decise di porre sugli alberi delle candele.

L'elemento decorativo più importante, posto sulla punta dell'albero natalizio invece, è il puntale.

Rappresenta l'arcangelo Gabriele durante la sua visita alla casa di Maria per annunciare il concepimento.

Questo elemento decorativo, risale al periodo Vittoriano ed è collegato alla regina Vittoria e al principe Alberto, che furono i primi ad ornarne l'albero con un puntale a forma di Angelo.

In genere, l’albero di Natale più usato in Italia è il Peccio (Abete Rosso) mentre in Europa Centrale, è più comune l’utilizzo di Abeti e raramente di pini o di sempreverdi.

Tuttavia, comprare un albero di Natale vero, richiede numerose cure, soprattutto se presenta radici, inoltre, l’acquisto deve essere ripetuto ogni anno.

Se invece optiamo per un albero artificiale, la sua durata sarà di moltissimi anni.

I materiali più utilizzati per la loro creazione sono:

  • PVC: materiale considerato più ecologico perché impatta poco sull’ambiente.

Gli aghi sono realizzati incollando insieme 2 o 3 fogli di PVC tagliandoli in lunghe strisce rettangolari che dopo vengono fissate ai rami.

 

  • PE: materiale molto leggero che costituisce il 40% del volume totale della produzione mondiale di materie plastiche.

Il processo per realizzare questi alberi è molto difficile ed è per questo che sono più costosi.

 

  • PP: materiale più utilizzando nel mondo delle materie plastiche.

Questi alberi sono realizzati con aghi dall’aspetto “naturale” e con un mix di materiale PVC e PP

 

  • LEGNO: materiale naturale che evoca pace e tranquillità.

Addato a coloro che, soffrono di allergie e non possono tenere in casa un albero artificiale.

Tra le diverse tipologie di albero invece, troviamo:

 

  • Classico: il classico albero di colore verde
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  • Colorato: per chi ama uscire dagli standard, sono disponibili diversi colori di albero.

         Tra i più apprezzati troviamo il rosso oppure il bianco 

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  • Innevato: costituiti da rami in PVC su cui viene spruzzata la neve.

         Tende a sporcarsi maggiormente, ma basta un tocco di neve per ripristinare il suo splendore

 

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  • Stretto: forma più affusolata, ideale per chi ha poco spazio nella propria abitazione

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  • Mezzo Albero: ideale per spazi stretti, è un albero tagliato a metà per addossarlo ad una parete

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  • Ad Angolo: praticamente un quarto di albero, ideale per addossarlo ad un angolo

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  • Appeso: ideale per chi non ha spazio, per chi ha animali (gatti soprattutto) oppure per chi non vuole avere oggetti troppo vistosi nella propria casa.

 

  (Foto presa da Internet)

  • Da Esterno: realizzato con materiali anti-umidità e pioggia.

Solitamente decorati con luci led e palline che rendono il giardino un vero e proprio paesaggio natalizio !

 

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  • Capovolti: l’abete ha la forma di un triangolo e religiosamente parlando, ricorda la santissima trinità.

Una vera idea originale per chi ama uscire dagli schemi.

La sua prima apparizione risale al VII secolo e spesso venivano decorati con catene fatte di carta, frutta, biscotti o caramelle.

 

   (Foto presa da Internet)

 

CURIOSITA ':

  •          Un albero di Natale, per raggiungere la sua altezza, ci impiega 7 anni
La Storia del Camino
La Storia del Camino

In qualsiasi castello e abitazione del passato, si poteva trovare, almeno nelle stanze principali, un camino.

I primi camini della storia venivano utilizzati solo per la cottura dei metalli e della terracotta, solo nell’epoca successiva a quella Medioevale il suo utilizzo si evolse diventando anche motivo di arredamento.

Il focolare veniva posto al centro della stanza principale e la fuoriuscita dei fumi avveniva grazie ad un foro presente sul tetto, questo sistema permetteva di tenere il fuoco lontano dalle pareti e di diffondere il calore in modo uniforme su tutte le stanze.

Purtroppo, a causa dei materiali utilizzati, molti furono i casi di incendi.

Successivamente, grazie ai Normanni, venne realizzata la cappa e la canna fumaria che consentivano di convogliare il fumo prodotto dalla combustione oltre il tetto, inoltre, il progresso dei nuovi materiali edilizi portò alla sostituzione delle case in legno con edifici realizzati in pietra e mattoni, tale evoluzione, consentì di realizzare anche canne fumarie e cappe con gli stessi materiali; grazie a questo, il rischio di incendio diminuì e nacque il concetto di caminetto moderno che veniva addossato a qualsiasi parete in qualsiasi stanza.

 

Le tipologie di camini:

  • Camini a legna: solitamente la loro forma è aperta e il calore viene generato dalla combustione di un adeguato volume di legna.

La sua funzione riscaldante avviene principalmente per irraggiamento (onde elettromagnetiche con frequenza nell’infrarosso).

La legna viene disposta direttamente sulla griglia metallica che è sollevata dal basamento stesso.

La parte superiore (cappa) raccoglie i fumi e i sottoprodotti e li trasferisce all’esterno attraverso la canna fumaria.

 

  • Camini a gas: sono semplici da installare e presentano una canna fumaria con dimensioni contenute.

L’andamento della combustione e la quantità di calore generato possono essere regolati e tenuti sotto controllo con la massima precisione.

Inoltre, non produce cenere e quindi, la quantità di residui che viene prodotta è molto limitata.

 

  • Camini elettrici: permettono di visualizzare una fiamma su un monitor e funzionano con la corrente elettrica, non ci sono costi per i combustibili ma il riscaldamento risulterà meno intenso.

 

  • Camini a bioetanolo: funzionano senza la necessità di una canna fumaria.

Il bioetanolo è un combustibile liquido e incolore che deriva dalla fermentazione della canna da zucchero o dei cereali ed è atossico.

Il costo viene calcolato a litro ed è compreso tra i 2 e i 3 euro.

La durata di un litro di combustibile equivale al tempo di circa 2-3 ore.

 

  • Camini a pellet: a differenza del camino tradizionale, richiede energia elettrica per essere avviato.

Il suo rivestimento può essere in ceramica, in ghisa oppure in acciaio.

E’ dotato di un bruciatore e di un serbatoio per contenere il pellet, che viene raccolto e lasciato cadere nel focolare.

Il getto d’aria che viene rilasciato ha la funzione di ventilare e rendere la combustione perfetta, riducendo così i consumi del pellet durante il suo utilizzo.

La combustione del pellet genera dei fumi che vengono espulsi tramite il foro che sbuca all’esterno.

E’ possibile programmare l’accensione e lo spegnimento, regolandolo a seconda delle proprie necessità.

 

Un’altra distinzione riguarda il materiale, possiamo avere:

  • Camini in cartongesso: materiale versatile e flessibile.

Facile da lavorare e questo permette di rinnovare l’aspetto del caminetto anche in modo autonomo.

  • Camini in marmo: materiale ecocompatibile che non nuoce alla salute.

Non emette sostanze tossiche anche se esposto a fiamme libere.

Resiste all’umidità e ha una lunga duratura.

  • Camini in pietra: materiale che immagazzina e irradia il calore.

E’ uno dei materiali più antichi del mondo dotata di una lunga durabilità e considerata quasi indistruttibile.

Può supportare l’usura senza cadere a pezzi.

 

Infine, è necessario fare una distinzione anche per la sua collocazione:

  • Camini bifacciali: sono la soluzione ideale per separare due ambienti e per avere una perfetta visione del fuoco da entrambe le stanze.

Può essere installato nella parte centrale di una stanza oppure può essere inserito in una parete grazie alla sua progettazione a doppia faccia.

L’effetto estetico è molto suggestivo e moderno.

 

    (Foto presa da internet)

 

  • Camini a parete: ideali per chi ha poco spazio.

Sono pratici, eleganti e si adattano facilmente a qualsiasi ambiente.

      (Foto presa da internet)

 

  • Camini ad angolo: collocato all’incrocio tra due muri è una soluzione funzionale e salvaspazio.

Adatto per riscaldare piccoli ambienti poiché la sua collocazione non permette di diffondere il calore su una casa strutturata a più livelli.

 

  (Foto presa da internet)

 

  • Camini sospesi: installato a ridosso di una parete, realizzato con materiali molto leggeri, genera una fiamma visibile a mezz’altezza.

Può essere installato in un appartamento moderno oppure in una casa arredata in modo classico.

Solitamente si presenta come prodotto prefabbricato fornito con tutto il necessario.

 

  (Foto presa da internet)

 

Il camino viene scelto per due ragioni: estetica oppure funzionale al riscaldamento.

Se volete avere una semplice fiamma in casa è consigliato l’acquisto di un camino bifacciale perché offre una buona visione della fiamma senza la necessità di un fuoco potente.

Se, invece, volete un sistema di riscaldamento potente, è utile optare per un camino a legna o pellet.

Un camino a legna va valutato attentamente in quanto necessità di stoccaggio della legna da ardere, una pulizia costante delle le canne fumarie e il fuoco deve essere accesso manualmente.

Se si vuole progettare un camino che non dia problemi di tiraggio e fumo, sono importanti le dimensioni delle canne fumarie: la sezione deve essere compresa tra 1/12 e 1/10 dell’apertura del camino.

Infine, un’altra importante caratteristica del camino è che può essere aperto o chiuso.

L’apertura risulta preferibile per la resa energetica e perché riscalda la casa in modo più uniforme.

La chiusura invece, è molto interessante soprattutto se si ha paura di scottarsi o se si vuole riscaldare un ambiente che risulta delicato perché presenta tappetti, tende etc…

 

La storia del Gommone
La storia del Gommone

Per gommone si intende un natante o un battello caratterizzato dalla presenza di tubolari di tessuto gommato rinforzato e provvisto di valvole di gonfiaggio/sgonfiaggio.

La nascita dei gommoni fu resa possibile grazie alla scoperta del processo di vulcanizzazione della gomma nel 1838, che permetteva di essere resistente e flessibile.



Il primo gommone fu progettato dal tenente Peter Halkett, un ufficiale della Royal Navy che progettò nel 1845 la barca Halkett considerata come il primo gommone della storia.

Peter, sapeva bene che, era difficile viaggiare nell’Artico canadese e creare delle imbarcazioni poco ingombranti da trasportare sui terreni e allo stesso tempo robuste in caso di mal tempo.
Per questo creò questa barca, pieghevole, gonfiabile e realizzata in stoffa impregnata di gomma.

Quando sgonfiato, lo scafo della barca serviva come impermeabile, il remo come bastone da passeggio e la vela come ombrellone.

 

La sua aspirazione avvenne quando le canoe di John Franklin (scienziato statunitense) vennero distrutte a seguito di una tempesta e questo lo portò a cercare alternative più robuste e portatili. 

Purtroppo, le sue imbarcazioni non ebbero successo sul mercato ma furono però fondamentali per progetti futuri.


Nel 1848 il generale George Cullum, US Army Corps of Engineers, introdusse un tessuto gommato gonfiabile per far fronte a diverse guerre.

La necessità dei gommoni, fu presa in seria considerazione con la strage del Titanic avvenuta nel 1912 a causa delle scialuppe risultate insufficienti e con la Prima Guerra Mondiale poiché la presenza dei siluri sottomarini aveva causato danni alle imbarcazioni utilizzate che risultavano oramai inefficienti.


Tra le due Guerre Mondiali, Goodyear ( inventore americano) trovò il modo di unire la gomma ad altri materiali.

Nacquero così delle zattere di salvataggio composte da tubi di gomma gonfiati di forma quadrata che potevano essere poste sul ponte a bordo delle navi da guerra.

La nascita dei gommoni moderni, simili a quelli dei giorni nostri, fu invenzione della ditta inglese RFD che nel 1919 sviluppò gommoni utilizzando il tessuto rivestito dei dirigibili a idrogeno.

Il Ministero dell’Aereonautica rimase così colpito da questa invenzione che iniziò a sottoscrivere contratti per la produzione di queste attrezzature di salvataggio.

Pure in Francia stava emergendo un modello molto simile da parte della società Zodiac che nel 1934 inventò il Kayak Catamarano.

Inizialmente i gommoni erano destinati solo ad un uso militare però, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la società Zodiac crebbe così tanto che estese la sua vendita anche al pubblico.

Nei primi anni Sessanta, Zodiac concesse la licenza di produzione ad una decina di imprese in altri paesi e nel 1960 la società britannica Humber realizzò per prima le barche gonfiabili del marchio Zodiac in Inghilterra.

Fondamentalmente, i gommoni si dividono in due macrogruppi:

SIB: Soft Inflatable Boat ossia gommone morbido.

Sono i gommoni classici completamente smontabili e possono presentare una chiglia pneumatica oppure rigida.

Quella pneumatica è realizzata in tessuto impermeabilizzato, gonfiabile e ad alta pressione e le uniche parti rigide che presenta sono le assi del pagliolo.

Mentre, la chiglia rigida è formata da una trave multistrato di legno, vetro o alluminio.

La forma che presenta è quella a V, cioè quella dei RHIB.

I SIB sono facili da trasportare in auto e possono essere completamente sgonfiati.

Sono imbarcazioni perfette per navigare in acque basse o per approdare in spiagge non attrezzate.

 

RHIB: Rigid Hull Inflatable Boat ossia gommone a scafo rigido.

Sono i gommoni che presentano uno scafo simile a quello delle altre imbarcazioni.

Inizialmente sono nati come imbarcazioni militari e diventati successivamente popolari in altri tipi di impieghi grazie alla loro versatilità.

E’ il modello più diffuso e costruito che unisce il comfort dei motoscafi alla sicurezza dei classici gommoni.

Dotati di prestazioni elevate, sono in grado di restare a galla anche se l’interno dello scafo si riempie di acqua.

Le variati di RHIB sonno moltissime e si distinguono principalmente per il loro motore.

Due modelli significativi di RHIB, sono:

FRIB: Foldable Rigid Hull Inflatable Boat ossia gommone a scafo pieghevole e rigido.

Lo scafo è idrodinamico ed è articolato in tre sezioni e può essere ripiegato su sé stesso.

FIB: Flying inflatable Boat ossia gommone volante.

Ideato dalla azienda italiana Polaris Motor, unisce le ali e le eliche con i gommoni moderni a forma di V.

Si tratta di velivoli anfibi che vengono utilizzati da parte della guardia costiera, polizia, organi di governo ect..

Solitamente il gommone è realizzato in PVC o in vinile, materiali di alta qualità e resistenti.

Da qualche anno però, uno dei materiali più utilizzati è l’Hypalon (un marchio commerciale del costruttore DuPont).

Si tratta di un materiale molto durevole, appartenente alla famiglia degli elastomeri ed è una gomma sintetica di polietilene clorosolfonato.

Questo materiale, ha eccellenti capacità di trattenere l’aria, è resistente agli agenti atmosferici, ai raggi UV, alle sostante chimiche ed è impermeabile.

E’ un tessuto robusto e pesante, adatto ad imbarcazioni di servizio che rimarranno a galla tutto l’anno.

Ovviamente, il prezzo della materia prima sommato alla mano d’opera, fa si che i gommoni siano nettamente più costosi rispetto a quelli in PVC.

Quando parliamo di PVC invece, non parliamo di una vera e propria gomma come l’Hypalon, ma di una plastica molto resistente e duratura.

La perdita d’aria del PVC è di meno del 7% in 24 ore mentre quella dell’Hypalon è del 15 %.

Ovviamente questa perdita dipende dagli sbalzi di temperatura durante la giornata.

Il PVC è in grado di offrire le massime prestazioni tra i – 10 e i 60 gradi mentre l’ Hypalon lavora in modo molto tranquillo tra i – 18 e i 140 gradi.

Ciò rende quest’ultimo preferibile da utilizzare nelle zone in cui il clima è caldo.

Viceversa, nei climi freddi i due materiali sono simili.

La durata media dei gommoni in PVC è di circa 10 anni (negli ultimi anni sono diventati molto longevi) mentre quelli in Hypalon possono durare 30 anni e la loro garanzia arriva anche a 10 anni.

Prima di procedere al suo acquisto, è necessario verificare che sia dotato di pavimenti e cuscini gonfiabili che aggiungono ulteriore comfort e occorre verificare che le valvole siano di buona qualità.

Le valvole migliori sono realizzate in resina acetalica che impedisce la fuoriuscita dell’aria e il conseguente sgonfiamento del gommone.

Ovviamente, occorre innanzitutto capire l’uso che si vuole fare del gommone.

Ti serve per pescare? Devi usarlo al mare? Al lago? Quante persone deve ospitare?

A questo punto potrai poi decidere se acquistarlo a chiglia rigida oppure smontabile.

 

La guida in mare richiede tanta attenzione quanto quella in strada.

E’ necessario essere in possesso della patente nautica, quando:

-  Il motore del gommone oltrepassa il limite dei 30 Kw (40Cv)

-  Si naviga oltre le 6 miglia della costa

-  Si pratica lo sci nautico

 

Non è necessario essere in possesso della patente nautica, quando:

- Il motore del gommone non oltrepassa il limite dei 30 Kw (40Cv)

-  Si naviga entro le 6 miglia

-  Non si pratica lo sci nautico

 

 

!! ATTENZIONE:

Se desiderate navigare nelle acque della Croazia, dovete sapere che, se il vostro gommone ha una lunghezza che supera i 3 metri e la potenza del motore è di 4Kw è OBBLIGATORIO essere in possesso della patente nautica.

 

Ora, elencheremo alcune regole di navigazione fondamentali:

 

  • Chi esce dal porto ha sempre la precedenza.

L’ingresso e l’uscita deve comunque essere fatto tenendo la destra e con il motore alla minima velocità.

 

  • Durante la navigazione dare sempre la precedenza a destra.

 

  • Se si incontrano barche a vela, barche di grandi dimensioni o traghetti, ricordatevi che hanno sempre la precedenza.

 

  • E’ vietato raccogliere qualsiasi tipo di oggetto dai mari o dalle spiagge.

 

  • E’ vietato pescare nelle zone delimitate dell’Area Marina Protetta.

 

 

Curiosità:

Il gommone più grande del mondo è lungo 24 metri e si chiama HEAVEN 80.

 

 

 

Buona navigazione da MiCasa!

Il Campeggio
Il Campeggio

Il campeggio è un modo di trascorrere le vacanze all’area aperta alternativo rispetto al turismo tradizionale.

E’ una sosta prolungata in un’area attrezzata per ospitare tende, camper o roulette.

Questa forma di vacanza interessa sempre più persone.

I clienti più fedeli dei campeggi sono solitamente le famiglie con bambini e le coppie/ gruppi di amici di giovane età.

Se si ha figli, questa tipologia di vacanza consente di non utilizzare l’auto, di far stare i propri bimbi all’area aperta e di socializzare molto con gli altri campeggiatori.

Le prime associazioni dedicate al campeggio sono nate all’inizio del 1900 in Gran Bretagna grazie a Holding che decisero di alternare una crociera in canoa lungo i fiumi della Scozia con una serie di soste sulla terraferma fatte in tenda.

La prima associazione di campeggiatori è nata nel 1901 in Inghilterra e si chiamava Association of Cycle Campers.

La prima associazione italiana, invece, è nata in Piemonte nel 1932 con il nome di Auto Campeggio Club Piemonte.

Con il passare degli anni, i campeggi sono diventati sempre più grandi e confortevoli e sono quasi del tutto simili a delle vere e proprie città.

Il campeggio può essere di due tipi:

 

  • Campeggio Libero: la tenda viene piazzata in posti in cui non è prevista un’organizzazione e dove non c’è alcun servizio offerto.

Generalmente è vietato montare una tenda in un’area non attrezzata per più di 24 ore e occorre poi avere rispetto della natura e non lasciare tracce del proprio passaggio.

In Italia, non esiste una legge che permetta di disciplinare il campeggio libero.

Sono le singole Regioni, dunque, che dettano le regole a tale materia.

Ad esempio, in alcune zone, il campeggio libero è ammesso solo se viene richiesto al Comune.

Se si vuole pernottare in terreni privati, occorre ottenere l’autorizzazione del proprietario.

Nel caso in cui il regolamento comunale non preveda nulla, il bivacco, si intende autorizzato per le sole ore notturne.

 

Quindi, dovrai montare la tenda dopo il tramonto e smontarla prima dell’alba.

 

Alcuni accorgimenti importanti sono:

 

  1. Montare la tenda solo per il tempo strettamente necessario
  2. Non accendere il fuoco
  3. Non abbandonare i rifiuti
  4. Non modificare l’ambiente.

 

  • Campeggio Organizzato: pagando una quota giornaliera, si piazza la roulotte/tenda o si parcheggia il camper usufruendo dei servizi comuni e di aree attrezzate.

 

Tra le diverse tipologie di alloggio che si possono utilizzare, abbiamo:

 

  • La tenda: è la prima e la più antica dotazione del campeggiatore e rappresenta la soluzione di base per chi vuole viaggiare in maniera più economica.

 

Per capire quale faccia al nostro caso, dobbiamo analizzare una serie di elementi:

 

  • Numero di persone che dovranno utilizzarla
  • Numero di giorni che la utilizziamo
  • Modalità di destinazione della tenda (se viene trasportata nello zaino oppure nell’auto)

 

Le tende a loro volta si suddividono in:

 

Tende Igloo: è la tipologia più diffusa caratterizzata da una struttura a calotta che ricorda appunto le abitazioni delle popolazioni eschimesi.

A parità di peso, garantiscono la migliore ottimizzazione degli spazi interni.

E’ possibile stare anche in piedi e la loro struttura a sfera le rende più resistenti alle situazioni estreme, specialmente alle raffiche di vento.

Possono ospitare dalle due alle sei persone e sono le più economiche.

  (MiCasa Italia. Tenda da Campeggio 200x120x130 cm in Fibra di Vetro Bianca)

 

 

Tende automatiche: sono una sottocategoria delle tende a igloo e sono facili da montare.

Sono dotate di un meccanismo che, azionato con un cordino, permette di sollevare la struttura senza il minimo sforzo.

Una tipologia importante di queste tende automatiche sono le tende gonfiabili, la cui struttura si solleva tramite gonfiaggio con una semplice bombola che semplifica la procedura di montaggio.

Per concludere questa operazione con entrambe le tende è necessario solo applicare i picchetti ai tiranti.

 

Tende a casetta: sono quelle più larghe e capienti la cui forma ricorda quella di una piccola casa.

E’ la soluzione ideale per le famiglie poiché possiedono più di una stanza e separano lo spazio dei genitori da quello dei figli.

Svantaggio: sono pesanti e ingombranti quindi è necessario essere ben attrezzati.

Tende scout: sono tende canadesi in grado di accogliere fino a dieci o più persone.

Utilizzate tra gli scout sia per la resistenza alle condizioni climatiche avverse sia per il rispetto delle loro tradizioni.

 

Tende per trekking: perfette per escursioni e cicloturismo.

Sono facili da montare e molto pratiche.

Solitamente sono dotate di una doppia struttura ed è possibile dividerle in più zaini per ridurre il peso.

L’unico problema è la comodità scarsa, solitamente sono adatte per una – due persone.

 

Tende familiari: sono grandi, spaziose e adatte per un soggiorno in campeggio particolarmente lungo.

La loro struttura varia da quelle più leggere a quelle più pesanti.

Arrivano a pesare oltre i 15 kg e sono quindi poco pratiche da montare e al posto dei pali presentano delle camere ad aria.

 

 

    (MiCasa Italia. Tenda da Campeggio in Poliestere per 6 Persone Blu e Verde)

 

Tende a tunnel: simili alle tende a igloo con una forma più allungata in orizzontale.

Grazie alla loro struttura, gli spazi interni sono più ottimizzati e confortevoli.

In commercio sono disponibili modelli da quattro, cinque o sei persone.

Raramente si vedono modelli da sette o più posti.

Nota negativa: sono ingombranti e più pesanti rispetto alle tende a igloo.

 

 (MiCasa Italia. Tenda da Campeggio a Tunnel per 4 Persone Blu)

 

 

CONSIGLI:

Prima di comprare una tenda, occorre verificare che la stessa sia dotata di zanzariera.

Per chi va in campeggio durante la primavera o l’estate è meglio puntare su una tenda a tre stagioni che è più leggera ed economica.

Per chi invece fa escursioni invernale, è meglio puntare su una tenda a quattro stagioni che è composta da materiali più pesanti.

 

Altre tipologie:

  • La roulotte: può essere noleggiata in loco oppure portate da casa.

E’ un rimorchio speciale non motorizzato che può essere utilizzato come abitazione primaria o secondaria.

Negli Stati Uniti, ad esempio, è frequentissimo avere a che fare con persone che vivono tutto l’anno su una roulotte.

Questa cellula abitativa è trainabile da un’automobile e al suo interno ha tutti gli elementi essenziali di una abitazione.

Fornello a gas, tavoli, bagno chimico, frigorifero ect.

 

  • Il camper: è un veicolo attrezzato per soggiornarvi durante le soste.

E’ come una roulotte solo che ha il motore e viene utilizzato prevalentemente per turismo poiché consente di sostare in qualsiasi luogo senza bisogno di altro.

E’ comunque necessario parcheggiarsi in posti in cui ci sono a disposizione dei vuotatori per WC chimici.

 

  • Le case mobili: si tratta di prefabbricati con le dotazioni di un vero e proprio appartamento.

Hanno dimensioni più ridotte però sono ben organizzate.

 

  • I bungalow: sono costruzioni in legno composte solitamente da un solo piano.

Non sempre è prevista la presenza della cucina e di altri servizi.

 

 

 

Su MiCasa puoi trovare tutto ciò che ti serve per goderti il campeggio senza farti mancare nulla.

Inoltre, se hai delle indecisioni, puoi parlare con i nostri operatori che ti guideranno nella scelta del prodotto più adatto alle tue esigenze.

Acquistare online è intuitivo e soprattutto veloce.

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MiCasa

Audio & Musica
Audio & Musica

La musica è un’arte che consiste nell’unire suoni, emessi attraverso strumenti e/o voci che danno origine ad una musicalità piacevole all’udito.

Consente di esprimere l’interiorità dell’individuo che la crea.

Questo termine, deriva dal greco ed è etimologicamente collegato alle Muse.

Le muse, sono divinità che rappresentano l’ideale supremo dell’Arte.

Si ipotizza che la sua nascita sia stata in Africa, quando iniziarono a disperdersi sul globo le prime comunità umane.

L’uomo, ha scoperto la possibilità di produrre diversi rumori, attraverso il suono dell’acqua che scorre, il vento che soffia e con il cinguettio degli uccelli.

Darwin e Spencer infatti, ipotizzavano che, la musica dell’uomo fosse una imitazione dei suoni emessi dagli uccelli nei periodi prossimi all’accoppiamento, questo perché modificavano il loro timbro di voce in maniera musicale.

I suoni possono essere:

  •          Vocali (emessi solo dalla voce umana)
  •          Strumentali (emessi solo da strumenti musicali)
  •          Vocali e strumentali (emessi dalla voce umana e dagli strumenti musicali)

 

 

 

I primi strumenti musicali utilizzati dall’uomo, venivano direttamente dalla natura, grazie alle ossa di animali e tronchi scavati.

Attraverso le pietre ed il legno, furono i Sumeri a ideare i primi e veri strumenti musicali (arpa e lira).

Ad esempio, il tamburo, aveva la sua membrana realizzata con la pelle di animale.

Successivamente si è passati all’utilizzo degli strumenti elettrici che hanno avuto il loro boom negli anni ottanta.

Il primo strumento facente parte della seguente categoria è stato il Theremin.

Non prevede il contatto fisico dell’esecutore poiché si suona muovendo le mani nell’aria.

 

 

Lo strumento più piccolo del mondo invece, si chiama Nano Arpa.

Realizzata da un unico strato di sicilio e composto da due terminali, uno quadrato e uno triangolare.

Le sue dimensioni sono così piccole che l’essere umano non riesce nemmeno a percepire il suono, mentre gli animali potrebbero sentirlo.

 

Misure Medie:  

CORDE: 50 nanometri (nm)

DIAMETRO: 1000 a 8000 nanometri (nm)

 

 

CURIOSITA’:

  •          La musica può influenzare il sapore del cibo, l’odore e l’aspetto di ogni pietanza
  •          I negozi, spesso mettono musica rilassante perché porta il cliente a spendere di più (può incrementare lo scontrino dal 2% al 10%)
  •          I Coldplay si sono fatti ipnotizzare durante la registrazione di alcune canzoni
  •          Elvis presley non scriveva le sue canzoni

 

 

 

Sezione Musica :

 

MiCasa Italia. Musica

 

La Giornata Mondiale delle Api
La Giornata Mondiale delle Api

La Giornata Mondiale delle Api è una ricorrenza diffusa in quasi tutto il mondo.

Istituita per la prima volta dalle Nazioni Unite nel 2017.

Questa data è stata scelta poiché coincide con la data di nascita di Anton Jansa (20 maggio 1734), allevatore e pittore sloveno che nel XVIII secolo fu pioniere delle tecniche di apicoltura.

Api, farfalle e altri insetti, hanno una influenza importante sui cibi, come ad esempio sulla frutta e sulla verdura che dipendono direttamente dagli impollinatori.

Inoltre, le api costituiscono un elemento fondamentale per la sopravvivenza di numerose specie, soprattutto permette la riproduzione delle piante.

Le api danno vita ad importanti prodotti come la cera d’api ed il miele.

Tuttavia, a causa delle attività dell’uomo, oggi si trovano in grave pericolo.

In dieci anni sono scomparsi circa 10 milioni di alveari e il numero di api e vespe si è ridotto di circa il 40%.

L’aumento dell’utilizzo di pesticidi utilizzati dall’uomo, impediscono la riproduzione delle api.

L’Unione Europea, ha vietato l’utilizzo di alcuni di essi, ma questo purtroppo non basta.

Senza le api, scomparirebbero gran parte di piante, fiori e prodotti agricoli di cui noi stessi ci nutriamo.

Come sappiamo, la loro attività di impollinazione prevede il trasporto di polline da un fiore all’altro che consente alla pianta di potersi riprodurre.

Purtroppo, la riduzione del loro habitat, le nocive attività dell’uomo e l’inquinamento, hanno complicato il processo di produzione di questi insetti.

Pensate che, in Cina sono quasi spariti e questo sta quasi per avvenire anche in Europa e America.

 

Per questa edizione del 2022 ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) organizzerà una tavola rotonda composta da sette ricercatori che illustreranno l’organizzazione sociale delle api, i loro benefici e le numerose minacce a cui son sottoposte.

Anche noi nel nostro piccolo possiamo contribuire a salvaguardare le api con piccole azioni:

 

  • Sensibilizzando i bambini sull’importanza di questi insetti
  • Comprando miele e altri prodotti affini soltanto da apicoltori locali
  • Piantando fiori affini alle api sui balconi, giardini e terrazze
  • Proteggendo e conservando la flora selvatica
  • Togliendo l’erba dai prati solo dopo che le api hanno raccolto il nettare dai fiori
  • Installando dei rifugi per impollinatori

 

In conclusione, possiamo dire che, la scomparsa delle api porterebbe a gravi danni economici e metterebbe a repentaglio pure la nostra stessa razza umana.

Tre ricercatori italiani, hanno progettato un dispositivo elettronico per il monitoraggio degli alveari in grado di ascoltare i bisogni di tali insetti, ascoltando anche i loro odori, i loro suoni e tenendo monitorata la temperatura e l’umidità degli alveari.

Questo dispositivi si chiamano Alveari High - Tech e hanno permesso di proteggere oltre 70 milioni di api, riducendo anche i trattamenti nelle arnie e abbassando le emissioni di CO2.