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Messaggio di "2022" marzo

La Storia del Termometro
La Storia del Termometro

Il termometro è uno strumento di misura che consente di misurare la temperatura in modo semplice e veloce.

Questa parola deriva dalle due parole greche therme (calore) e metron (misura).

La sua invenzione è stata preceduta dalla realizzazione del termoscopio e si deve a Filone di Bisanzio, uno scienziato che lavorava nella biblioteca di Alessandria che realizzò un termoscopio che funzionava utilizzando la dilatazione termica dell’aria.

Il successo di questa creazione però, fu reso noto da Galileo Galilei che nel 1607 realizzò anche lui un termoscopio, che non è altro che l’antenato del termometro.

Galilei, osservò che l’aria riscaldata aumentava di volume e raffreddandosi tornava al volume originario.

Sulla base di questa osservazione Erone (matematico, ingegnere e inventore alessandrino) costruì un dispositivo che si basava sulla dilatazione dell’aria per far aprire le porte del tempio pagano quando sull’altare veniva accesso il fuoco.

Questa invenzione è chiamata Fontana di Erone:

 

 (Foto presa da Internet)

 

Fino a quel momento, il termometro non veniva utilizzato per provare la febbre e per far ciò, gli antichi apponevano le loro mani sul corpo della persona ammalata; quindi giudicavano se aveva la febbre o senza sapere la misurazione esatta.

Il primo e vero termometro per controllare la temperatura corporea fu realizzato da Santorio (amico di Gallilei) a Padova nel 1625.

Santorio costruì un tubo di vetro nel quale veniva inserita una parte di aria e una parte di acqua verde che consentiva di rendere più visibile la variazione del livello dovuto al riscaldamento dell’aria.

L’idea di utilizzare l’acqua come sostanza termometrica risale al 1650 ed è riconducibile a Evangelista Torricelli, noto studioso e inventore del barometro.

Sopra a questo tubo, c’era anche una scala graduata che consentiva di dare una misura precisa al cambiamento di temperatura.

Purtroppo, questo dispositivo era lungo circa 30 centimetri e la scala graduata era arbitraria, mancando dunque una scala di valori condivisa.

Il problema delle dimensioni venne risolto però nel 1867 da Thomas Allbutt che ne realizzò uno simile a quello dei giorni nostri e la misurazione di temperatura non richiedeva più di 20 minuti.

Il problema del contenuto venne invece risolto da Fahrenheit che realizzò successivamente un termometro ad alcool e poi quello a mercurio nel 1714.

Il termometro a mercurio è stato messo al bando il 3 aprile 2009 a causa della tossicità del mercurio.

Celsius, elaborò la sua scala basandosi sulle temperature di ebollizione e di congelamento.

Questa scala è quella che viene utilizzata tutt’ora dove la media di un corpo umano è di 37 gradi mentre per Fahrenheit era di 98.6.

L’importanza del termometro ad alcool invece, è associata all’Accademia del Cimento che mise a punto questa invenzione.

L’accademia venne fondata nel 1657 a Firenze da parte di Ferdinando de Medici con lo scopo di studiare la natura per via sperimentale.

Nonostante durò solo 10 anni poiché il suo scioglimento avvenne nel 1667, l’ateneo portò  a risultati molto importanti.

Pensate che, nel 1654 de Medici realizzò dei tubi sigillati riempiti di alcool e/o di urina con bulbo e gambo

Il termometro ad alcool, a differenza di quello ha mercurio, aveva come contenuto l’alcool che non era tossica ed evaporava rapidamente.

E’ stato il primo strumento efficiente e moderno per misurare la temperatura corporea.

Il liquido utilizzato può essere cherosene, acetato di isoamile oppure etanolo puro.

Il suo colore è trasparente per cui viene aggiunto del colorante rosso oppure blu per rendere visibile il risultato della temperatura.

Solitamente i termometri ad etanolo sono utilizzati per le misurazioni meteorologiche.

Oggi, possiamo misurare la temperatura corporea utilizzando anche termometri digitali che operano attraverso dei sensori di calore elettronici.

Dopo aver posto il termometro, sentiremo un bip che indica che il completamento della misurazione è terminato.

Esistono anche termometri digitali ad infrarossi, la cui unica differenza è che la misurazione avviene a distanza e non per contatto.

I termometri digitali impiegano meno tempo rispetto a quelli a mercurio per calcolare con affidabilità la misura della temperatura.

I termometri a mercurio ci impiegano circa 5 minuti, inoltre, sono molto pericolosi se cadono per terra.

Non solo perché sono fatti di vetro, ma anche perché il mercurio è tossico.

Leggere il termometro digitale è ovviamente più semplice dei classici termometri tradizionali.

L’ultima e unica differenza è che funzionano tramite delle pile non ricaricabili che prima o poi bisognerà cambiare.

 

Le ore più corrette per misurare la febbre vanno dalle 16 alle 18, poiché in questo arco di tempo il corpo assume i suoi valori più alti.

Solitamente la temperatura oscilla tra i 36,8 ai 37,4 gradi.

In base alla sua intensità, la febbre viene definita:

 

  • Leggera: da 37.5 a 38.5 gradi
  • Moderata: da 38.5 a 39.5
  • Alta: da 39.5 a 40.5
  • Altissima: oltre i 40.5 gradi

 

I punti corporei che possono essere utilizzati per rilevare la temperatura sono:

- Orale: può essere misurata solo ai pazienti che sono in grado di tenere il termometro in bocca.

Non può essere provata se si ha bevuto un liquido caldo oppure freddo.

- Timpanica: Si misura attraverso un termometro ad infrarossi

- Rettale: Deve essere effettuata previa lubrificazione con sostanze solubili in acqua.

E’ la soluzione che fornisce risultati più precisi e allo stesso tempo è quella più difficile da accettare, almeno che, non si tratti di bambini con età inferiore ai cinque anni

- Ascellare: metodo pratico e più comune, basta appoggiare il termometro sotto l’ascella.

La Storia dell'Amaca
La Storia dell'Amaca

L’amaca è una forma di giaciglio primordiale utilizzata per riposarsi oppure per dormire.

Le sue origini sono incerte, sappiamo che vennero utilizzate nelle navi per la prima volta da parte di Cristofolo Colombo per i suoi marinai che, fin a quel momento, dormivano per terra.

Infatti, in missioni precedenti, e più precisamente in quella del Mondo Nuovo, Cristofolo Colombo portò con sé oro, spezie, ananas, tabacco ed amache.

L’amaca era facile da trasportare sulle navi perché non occupava molto spazio ed era semplice da mettere e da togliere.

Inoltre, rappresentava un vantaggio per chi soffriva di mal di mare dato che, consentiva di ridurre l’effetto del rollio.

Molto probabilmente, le sue origini sono indigene ed in Europa è stata portata successivamente da parte degli spagnoli.

Nella cultura contadina siciliana, l’amaca veniva utilizzata come culla per i bambini.

Veniva appesa sopra al letto matrimoniale agganciata a travi oppure alle pareti e consentiva di dondolare il neonato senza fatica.

 

Questo tipo di giaciglio nasce sicuramente in luoghi con clima tropicale, dove c’è molta umidità e soprattutto dove ci sono animali striscianti sul terreno.

Il suo fissaggio era ed è molto semplice.

Basta fissarla tra due alberi che consentono anche di essere riparati dal sole e avere un luogo arieggiato.

Inizialmente, il materiale originario per la sua produzione era la corteccia degli alberi.

In seguito, venne sostituita con il Sisal, un materiale resistente dotato di elasticità e flessibilità.

Fino ad arrivare al tessuto di cotone, che consentiva anche di avere colori diversi che alla fine erano i colori tipici della zona.

Ovviamente, un tempo era tessuta a mano, mentre oggi la sua produzione è per lo più industriale.

I due modelli principali e differenti sono:

Amaca da Terra: è la soluzione ideale per coloro che, non hanno la possibilità di legarla a due alberi.

È dotata infatti di una struttura di sostegno in legno oppure in alluminio sul quale poi è teso il tessuto.

 

Amaca con le Corde: il classico modello che deve essere legato per mezzo di due corde a due alberi che devono avere una distanza minima fissa.

L’installazione è semplice, poiché oltre a legare le due corde, non occorre fare altro.

 

Ad oggi invece, esistono amache con diverse varianti, ad esempio:

 

  • Amaca Seduta: molto semplice da assemblare, può essere fissata in verticale ad una trave o su un qualsiasi altro tipo di supporto.

Regge un peso massimo di circa 110 kg, e può essere utilizzata sia all’esterno che all’interno della propria abitazione.

 

  • Amaca Poltrona: molto semplice da assemblare, può essere realizzata con diversi tipi di materiali.

Può essere esposta in giardino, sul terrazzo oppure in salotto e regge un peso massimo di circa 130 kg.

Ad esempio, questa amaca è realizzata in cotone ed è dotata di un sostegno in acciaio e di un telaio in legno.

 

 

  • Amaca con Tettuccio: può essere singola oppure matrimoniale.

Non necessita di nessun albero, in quanto, è un’amaca da terra.

Presenta anche due comodi cuscini che garantiscono ulteriore comfort, ed è realizzata in legno con un comodo tettuccio che protegge dal sole diretto quando ci si rilassa all’aperto.

 

 

  • Amaca con Poggiapiedi: molto semplice da assemblare, può essere fissata in verticale ad una trave o su un qualsiasi altro tipo di supporto.

Può essere utilizzata sia all’esterno che all’interno della propria abitazione.

Lavorata in legno o in alluminio presenta una corda e una tela di cotone.

Dotata di un comodo poggiapiedi per dondolarsi meglio e rilassarsi maggiormente.

 

 

L’amaca consentiva e consente di dormire ovunque in condizioni di sicurezza, sollevati dal terreno dove si possono incontrare animali.

È facile da trasportare e soprattutto da montare.

Per sua natura, l’amaca va appesa ed è consigliato utilizzare alberi abbastanza vecchi che offrono un tronco più resistente.

Se la distanza dei due alberi non è abbastanza, è possibile utilizzare delle prolunghe oppure si può acquistare un’amaca con i supporti integrati.

Si tratta di amache che vengono vendute con una specie di culla a forma di u aperta.

Solitamente l’amaca va appesa all’altezza degli occhi (circa 1.80 m), mentre se le corde sono extra occorre appenderle più in alto in modo che, l’estremità dell’amaca rimangano all’altezza degli occhi.

 

 

 

 

Se ti stai chiedendo come fare per lavare la tua amaca, devi tener conto che, i colori dei tessuti non sono molto resistenti per cui, bisogna sempre optare per un lavaggio a mano e una asciugatura naturale.

Quindi, evitare l’asciugatrice e appendere l’amaca in modo ordinato per evitare possibili pieghe.

Consiglio utile: dopo l’uso dell’amaca è necessario riporla in un luogo asciutto e ombreggiato.

In questo modo, i colori rimangono invariati e non si attenuano.

Se invece vuoi lasciare la tua amaca fuori anche d’inverno o quando piove, dovrai utilizzare il tessuto EliTex.

E’ una miscela di poliestere e cotone idrorepellente che non sbiadisce anche dopo essersi bagnato più volte.

Curiosità:

  • Otavalo, è una regione dell’Ecuador dove vengono tutt’oggi fabbricate le migliori amache di tela