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Messaggio di "2022" febbraio

La Storia dei Vasi
La Storia dei Vasi

Un vaso è un recipiente aperto utilizzato a scopo decorativo per fiori, oppure usato per inserire liquidi e solidi.

La sua fabbricazione è anche una forma d’arte, nata nell’antica Grecia e in Cina.

La nascita risale al 6000 a.C. circa nel Neolitico e i primi vasi erano realizzati in terracotta.

La materia prima della terracotta è l’argilla, uno dei materiali più antichi lavorati dall’uomo che garantivano anche ottimi risultati grazie alla propria duttilità.

Nell’antica Grecia, i vasi erano realizzati in argilla bianca e venivano prodotti per esigenze domestiche come, ad esempio, le anfore, utilizzate per trasportare i liquidi che presentavano una forma allungata e due anse.

Analizzando i principali vasi, abbiamo:

  • Lekythos: dimensione piccola (inferiore ai 30 cm) che serviva per contenere ungenti profumati utilizzati anche per l’imbalsamazione.

 

  • Oinochoe: serviva per contenere liquidi, in particolare il vino ed era composto da un’ansa per versare il vino, una parte centrale “rigonfiata” per contenere più liquido possibile e, una parte superiore chiamata labbro che aveva una forma ondeggiante e stretta.

 

  • Olpe: serviva per contenere liquidi, principalmente acqua e vino. Vaso simile all’ Oinochoe.

Il più famoso è il vaso Olpe Chigi:

 

  • Idria: vaso utilizzato per il raccoglimento dell’acqua direttamente dalle sorgenti, dotato di tre anse.

 

  • Cratere: veniva posizionato al centro del tavolo perché le sue dimensioni erano grandi e al suo interno si miscelavano acqua e vino.

 

  • Kylik: presentava due anse e un labbro molto ampio in quanto, era dipinto anche internamente e veniva utilizzato come bicchiere.

 

 

Se parliamo dell’antica Cina invece, il materiale principale dei vasi era la ceramica e più precisamente la porcellana.

I primi esemplari hanno fatto la loro comparsa durante l’epoca del Paleolitico.

La dinastia degli Yuan ha dato origine ai così detto vasi blu e bianchi, però l’apice del successo si ottenne quando al potere ci furono i Ming che assunsero il controllo assoluto dal 1368 al 1644.

Successivamente, la Cina influenzò l’arte coreana dei vasi nel momento in cui i due mondi culturali si unirono dopo l’occupazione dei cinesi in Corea.

 

 

I vasi Ming rappresentano gli elementi più particolari e vistosi della storia.

Le decorazioni e le raffigurazioni sono di fiori, animali e draghi che vengono resi speciali grazie allo stacco cromatico blu e a quello bianco.

Con il passare del tempo, apparvero anche le prime porcellane, riservate agli imperatori, venivano, ora , esportate nel resto del mondo.

Se inizialmente l’uso del blu veniva lavorato sotto alla vetratura, ora veniva lavorato sopra.

In seguito, la qualità dei vasi migliorò grazie all’utilizzo dello smalto Fancai che risultava più brillante e permetteva l’uso di una gamma di colori più ampia.

 

 

I colori dei vasi cinesi e dello smalto con cui sono creati sono influenzati dalle epoche storiche.

Ad esempio, il colore blu è tipico dei tempi dell’imperatore Jiajjing mentre quello blu tendente al grigio è relativo alla dinastia Wanli.

Tra le diverse tipologie di decorazioni abbiamo:

- Doucai: il termine significa decorazione su entrambi i lati.

Questa tecnica decorativa nasce durante il regno di Xuande (Ming) e i colori utilizzati erano il giallo, il rosso, il verde, il nero ed il marrone che venivano poi inseriti nelle zone delineate dal blu cobalto sotto l’invetriatura.

- Wucai: conosciuta anche come la tecnica dei cinque colori, nata durante la dinastia dei Ming, è molto simile alla tecnica Doucai e l’unica differenza era che il blu cobalto veniva utilizzato come colore di riempimento sotto l’invetriatura.

- Famiglia verde: tecnica decorativa nata con la dinastia dei Quing che utilizzava gli stessi colori della tecnica Doucai: il giallo, il rosso, il verde, il nero ed il marrone.

Le uniche differenze nel blu, stava nell’utilizzazione sopra l’invetriatura e in queste decorazioni prevaleva l’impiego dello smalto di colore verde.

Gli smalti utilizzati erano traslucenti e consentivano di osservare il bianco della porcellana.

Per datare la porcellana cinese basta controllare il colore nero.

I vasi realizzati prima della metà del XVII secolo, presentavano un nero non puro, composto dal colore verde e dal colore marrone; quindi, si potevano notare dei riflessi verdastri per quanto riguarda i colori non fusi.

I vasi realizzati nella prima metà del XVIII secolo, invece, presentano un colore nero prodotto con smalti traslucidi e opachi che creano un effetto visivo totalmente diverso.

- Famiglia rossa: tecnica decorativa nata a partire dagli anni 20 del Settecento che prendeva spunto dal rococò europeo.

Si distingue dalle altre tecniche per i colori degli smalti utilizzati in quanto predominava in modo significativo il colore rosa e poi il giallo e l’azzurro.

Inoltre, in fase di cottura l’opacizzazione degli smalti non colava più.

Come ben sappiamo, i vasi abbelliscono gli interni e gli esterni.

Rendono accogliente qualsiasi luogo, però è importante sapere qual è il vaso ideale per far crescere in modo sano le proprie piante.

Scegliere un vaso non è semplice, gli aspetti da considerare sono molteplici.

La prima cosa da guardare è la sua dimensione.

Ad esempio, le piante aromatiche necessitano di un vasetto piccolo però devono avere una profondità di almeno 25 cm.

Per quanto riguarda i grandi ortaggi, come ad esempio le melanzane che sviluppano le loro radici in profondità è necessario avere una profondità del vaso di almeno 35 cm.

Per ortaggi come ravanelli ed insalata la profondità non è rilevante perché necessitano di supporti poco profondi.

Il vantaggio dei vasi piccoli è quello di poterli spostare e maneggiare con molta facilità, l’unico intoppo è che più il vaso è piccolo e più la terra si asciuga rapidamente e di conseguenza occorre annaffiare spesso e con molta attenzione.

I vasi grandi e profondi invece, sono adatti per gli ortaggi e per le piante che hanno un apparato radicale profondi, ma questi vengono utilizzati soprattutto a scopo scenografico perché non è facile maneggiarli né spostarli a causa del loro peso.

Occorre porre attenzione alla quantità di terra in eccesso nella base, che può accumulare umidità alla pianta causando muffe o parassiti vari.

Nei vasi grandi, la crescita della pianta è molto più lenta e il terreno si asciuga molto lentamente provocando un possibile marciume delle radici.

Inoltre, quando si acquista un vaso, occorre verificare la presenza nel fondo di uno o più fori che hanno la funzione di lasciare uscire l’acqua in eccesso oppure di assorbirla se vengono innaffiati dal sottovaso.

Se si acquistano delle piante, solitamente, ci viene venduto anche il vaso giusto, dopo qualche anno la pianta crescerà ed il consiglio è quello di scegliere un vaso di 2- 3 cm di diametro più grande.

 

I vasi possono essere realizzati con diversi materiali, i più comuni sono:

  • Plastica: sono leggeri, economici e vanno bene per le piante da interno.

Questo materiale è sconsigliato per le piante da esterno, soprattutto se il vaso è di colore nero perché assorbe il calore provocando un cuocimento delle radici.

Sono solidi, leggeri e durano al lungo.

L’unico difetto è che non consentono una buona circolazione dell’aria e in caso di pioggia, l’acqua potrebbe ristagnare nel sottovaso.

  • Terracotta: realizzati in argilla rossa e rappresentano i vasi classici per il giardinaggio.

A differenza della plastica, la terracotta assorbe l’acqua del terreno e quindi fa sì che il terreno si asciughi più velocemente.

Queta tipologia di vasi sono adatti per le piante che sono più resistenti alla siccità, come le piante grasse o il rosmarino.

L’unico difetto che essendo porosi permettono all’acqua di evaporare rapidamente per cui, durante il periodo estivo, occorrerà annaffiare con maggiore frequenza.

 

  • Ceramica: sono più robusti e adatti a tutte le piante.

Oltre all’inconveniente del prezzo che è più elevato, bisogna tener conto che tendono a rompersi se sottoposti a temperature gelide.

 

  • Legno: ottimo materiale che consente all’aria e all’acqua di circolare.

Inoltre, non si riscalda eccessivamente se sottoposto al calore del sole e consente alla terra di mantenere freschezza anche nei periodo più caldi.

 

 

Inoltre, presentano diverse forme… possono essere quadrati, rettangolari, tondi, conici oppure angolari.

La forma va scelta guardando all’estetica e considerando lo spazio che si ha a disposizione.

I vasi rettangolari hanno la funzione di salva – spazio, mentre i vasi tondi ne occupano molto e di conseguenza necessitano di un luogo spazioso.

 

I contenitori rettangolari o quadrati, si possono accostare uno a fianco all’altro, consentendo di risparmiare spazio e quindi sono indicati anche per le piante presenti sui balconi degli appartamenti.

Giornata Mondiale del Gatto
Giornata Mondiale del Gatto

Il 17 febbraio, si festeggia la Giornata Mondiale del Gatto.

In questa giornata, si coglie l’occasione di festeggiare uno degli animali domestici più amati, e la prima celebrazione avvenne nel 1990.

La sua nascita si deve alla giornalista Claudia Angeletti, che chiese ai lettori della rivista TuttoGatto, di scegliere un giorno da dedicare ai mici.

La proposta vincente, fu quella di Oriella del Col che propose il mese di febbraio giustificandolo in modo più che convincente.

Infatti, il segno zodiacale che rappresenta febbraio è l’acquario.

Alcune delle caratteristiche principali di questo segno sono lo spirito libero e anticonformista (atteggiamento di rifiuto nei confronti dei comportamenti utilizzati dalla maggioranza).

Sappiamo che, i gatti, amano essere liberi e non adorano le oppressioni.

 Il numero 17, è stato scelto invece, per combattere i falsi miti legati a questa data.

Secondo vari sondaggi, una persona ogni sei, cambia strada oppure si ferma se ad attraversare è un gatto nero.

Ma come mai si associa il felino alla sfortuna?

L’origine di questo falso mito, risale al periodo del Medioevo.

In quel epoca, il gatto era considerato il compagno diabolico delle streghe, vista la sua abitudine di uscire durante la notte e il suo colore era associato invece al lutto e all’inferno.

Mentre, l’origine della sfortuna portata dal gatto nero che attraversa la strada, risale all’epoca in cui si andava a cavallo.

Se il micio all’improvviso attraversava la strada ad un cavallo, poteva spaventarlo e fargli perdere il controllo creando pericolo al cavaliere.

Però in Francia ed in Inghilterra, i gatti neri sono considerati come dei portafortuna.

Al fine di combattere queste dicerie, l’associazione animalista ha realizzato il così detto Gatto Nero Day che viene festeggiato il 17 novembre.

E’ importante difendere la dignità e la vita del gatto nero, visto che a causa di questa sciocchezza, sono stati soppressi circa 60 mila gatti.

Gli egizi invece, da sempre, adorano i gatti, perché considerati come la reincarnazione del Dio del Sole e la manifestazione della Dea Bastet.

 

Pin on Art   Bastet era la dea delle donne, dei gatti, della femminilità e della fertilità.

 

All’epoca, se si scatenavano incendi, le persone circondavano i gatti per difenderli dalle fiamme e se qualcuno di loro moriva, come segno di lutto bisognava radersi le sopracciglia.

 

Lo sappiamo bene che non è da tutti entrare in sintonia con questo animale che spesso si mostra distaccato, con un atteggiamento altezzoso, affettuoso ma non troppo … però sono proprio queste le caratteristiche che lo rendono speciale.

Ad oggi, possiamo dire che, durante i periodi di lockdown e successivi, sono aumentate le adozioni da parte delle famiglie italiani.

Gli auguri di questa giornata dunque, vanno triplicati, perché la loro presenza è stata essenziale, soprattutto durante i momenti di difficoltà.

Il Giardinaggio
Il Giardinaggio

Con il termine di giardinaggio, si definisce l'insieme delle tecniche atte per coltivare le piante.

Le prime testimonianze di questa attività, risalgono all'anno 3000 AC

Il fine è per lo più ornamentale, ma come ben sappiamo, può essere praticato anche come attività lavorativa oppure riabilitativa.

Infatti, una delle attività proposte dal carcere è quella di porre i carcerati a contatto con la natura e garantire loro una sensazione di benessere, molte carceri hanno messo a disposizione un giardino biologico, e con il passaggio degli anni, sono stati constatati numerosi benefici.

Ad esempio, il rapporto tra detenuti ha avuto un miglioramento e soprattutto, ognuno di loro è riuscito ad ottenere un maggiore autocontrollo.

Nell'antichità, e soprattutto in Grecia, i giardini avevano una grande importanza culturale e medica, in questi luoghi, considerati sacri, si passeggiava e si parlava di materie scolastiche.

Spesso, le piante che componevano il giardino erano coltivate per scopi medici.

Anche in Italia e precisamente nelle ville dei patrizi, iniziò la pratica di giardinaggio.

I patrizi erano soliti dare una forma alle piante, così da rendere ancora più bello il paesaggio.

Esistono vari tipi di giardino, diversi a seconda del paese in cui sono nati e dei periodi storici.

Elencando i principali abbiamo:

  •          Il giardino formale : chiamato anche giardino all'italiana, nato nell'epoca del Rinascimento, ha rappresentato l'evoluzione del giardino medioevale.

Una delle caratteristiche principali sono le decorazioni floreali disegnate e quelle fatte con cespugli che vengono tagliati fino ad assumere forme geometriche.

Un'altra caratteristica tipica è la così detta zona segreta, recintata per “nascondere” la coltivazione di piante rare.

Con questo tipo di giardino, si possono realizzare i labirinti.

  •          Il giardino alla francese : chiamato anche giardino formale francese, nato nell'epoca del Rinascimento, ispirato da quello italiano.

Una delle caratteristiche principali è la geometria basata sulla prospettiva con la presenza di terrazze che dominano il giardino e si “scoprono” nei loro minimi dettagli man mano che ci si avvicina.

Un'altra caratteristica tipica è la fontana che produce spettacolo con i suoi giochi d'acqua.

  •          Il giardino all'inglese : Nato nel Settecento, rappresenta uno dei fenomeni legati all'illuminismo.

Una delle caratteristiche principali è l'accostamento di elementi contrapposti che originano una apparente sensazione di disordine.

Infatti, vengono abbandonati i criteri geometrici comprendendo spazi caratterizzati dalla presenza di piccoli templi, ruscelli, grotte, alberi secolari.

  •          Il giardino giapponese : inizialmente ispirato a quello di origine cinese, e intorno al XVII secolo ha trovato il suo stile.

Una delle caratteristiche principali è la presenza di quattro elementi, ossia: rocce, acqua, vegetazione antropizzata, ed elementi presenti nel paesaggio in questione.

Un'altra caratteristica tipica è quella di non utilizzare ornamenti artificiali per sottolineare e dare più importanza alla natura.

 

Inoltre, verso la metà dell'800 in Francia, si sente l'esigenza di realizzare spazi verdi per i cittadini. Questo ha portato alla nascita dei primi parchi che rappresentavo i luoghi di incontro più comuni e oltre a rendere la città esteticamente più bella erano fondamentali per fronte alle esigenze ambientali.

La Storia dello Specchio
La Storia dello Specchio

Lo specchio è una superficie riflettente, composto da un foglio di vetro rivestito con alluminio oppure argento, che produce le immagini per riflessione.

La sua nascita è dovuta dal bisogno dell’uomo di vedersi e di vedere la propria immagine.

Un primo esempio di “specchio” è stato rappresentato dall’acqua stagnante che grazie alla sua riflettenza, consentiva all’uomo di potersi riflettere e ammirare.

Le sue origini risalgono all’antichità e più precisamente tra il 2630 a.C. e il 2500 a.C. e ci portano in Egitto.

Questi primi modelli erano di ridotte dimensioni e venivano realizzati in bronzo o in rame lustrato, e sulla parte posteriore e sul manico, venivano aggiunti degli ornamenti per renderli più belli.

I manici, potevano assumere la forma di colonnina, oppure di divinità o di figure femminili.

Le persone povere, dovevano accontentarsi di vedere il proprio volto riflesso nell’acqua, questo perché gli specchi erano costosi, quindi destinati alle classi sociali più alte.

Oltre ad essere uno strumento utile per specchiarsi, era anche uno strumento utile per le funzioni religiose e funerarie.

Rappresentavano elementi di culto ed erano utilizzati per le offerte nei confronti delle dee.

Inoltre, la loro forma e lucentezza, creavano un rapporto con il dio solare e spesso venivano rappresentanti anche nei dipinti e nelle tombe.

 

 

Mirror with Handle in the Form of a Hathor Emblem. [1333x2000 ...  (Esempio di specchio egiziano; fonte presa da internet)

 

In Italia, e più precisamente a Venezia dove da sempre sono presenti abili vetrai, nel 1318 si provò ad introdurre specchi in vetro che però diedero uno scarso successo.

Infatti, occorre aspettare il 1369 quando a Murano viene realizzata la prima produzione di specchi in bronzo e in rame, attraverso procedimenti molto complicati e costosi che li resero oggetti di lusso.

La cornice era in legno pregiato e solamente le classi sociali più alte potevano permettersi di acquistarne uno.

L’apice del successo si ebbe verso la metà del XV secolo, quando venne inventato a il cristallo, un vetro limpido, incolore e trasparente che ad oggi, rappresenta il segreto degli specchi veneziani.

Il cristallo è stata una invenzione di Angelo Barovier che consentì al veneziano Redor, cento anni più tardi, l’invenzione dello specchio veneziano a superficie piana e regolare.

Le informazioni in merito alla vita di Barovier sono poche e frammentante ma a lui vengono attribuite numerose invenzioni testimoniate anche dal decreto della Repubblica di Venezia che, intorno al 1455 gli concesse l’esclusiva di produzione di un vetro molto pulito ( il vetro cristallino), prodotto attraverso una tecnica proprietaria e anche della realizzazione di una pasta di vetro definita calcedonio.

 

Per gli specchi con dimensioni adatte a mostrare l’intero corpo, occorre aspettare il XIV secolo.

Lo specchio, ci consente di vedere ciò che è al di fuori del nostro angolo di visuale.

Consente di vedere il nostro volto, le nostre espressioni, insomma è uno strumento fondamentale che rappresenta la conoscenza e la verità.

 

Tipi di specchi

 Esistono molti tipi di specchi, che si differenziano per le loro dimensioni, per la loro forma e per il loro materiale.

Analizzando i principali, abbiamo:

 

Specchi da terra: sono i più pratici che consentono di vederci per intero.

Si posano a terra e non richiedono nessun fissaggio.

Un tempo, venivano chiamati Psiche (questo perché, la psiche ha funzione metaforica di autoanalisi e ci invita a guardarci internamente ed esternamente attraverso lo specchio) e la loro struttura portante era in legno o in metallo, e al loro interno veniva incardinato uno specchio che si poteva regolare di angolazione.

Nelle stanze delle signore di un tempo, questi specchi non mancavano mai.

Uno dei più celebri specchi da terra della storia è sicuramente lo specchio Psyche dei fratelli Thounet.

Specchi da parete: Necessitano di un sistema di fissaggio e possono essere fissati saldamente alla parete.

Sono in grado di nascondere difetti del muro se posizionati sopra e hanno diverse dimensioni e forme.

Le grandi dimensioni sono progettate per riflettere per intero la persona, quelle medie la riflettono per metà (fino a circa metà busto) e quelle piccole riflettono sostanzialmente il viso, cioè il primo piano.

Specchi adesivi: il loro peso è un decimo del peso degli specchi ordinari e possono essere fissati alla parete con un semplice nastro biadesivo.

Possono essere applicati su tutte le superfici e anche su armadi e finestre.

La loro funzione è quasi sempre decorativa.

Specchi acrilici: sono l’ideale per gli specchi posizionati all’esterno o nel giardino.

Sono ottenuti da una lastra di acrilico incolore, su cui viene applicata una lamina metallizzata sul retro che è ricoperta da uno strato protettivo resistente ai graffi.

Inoltre, gli specchi possono essere anche unidirezionali e permettono di vedere senza essere visti.

È possibile acquistare delle pellicole unidirezionali adesive da applicare ai vetri per realizzare un effetto specchio all’esterno mantenendo la visibilità dall’interno.

 

Lo specchio è uno strumento fondamentale per la cosmesi e in modo particolare per il viso.

Esistono vari formati tra cui, lo specchio portatile che solitamente viene tenuto nella borsa e serve per controllare lo stato del trucco.

Se si vuole avere un aiuto durante il momento della rasatura, o del make-up, è preferibile optare per uno specchio con luce integrata a LED.

Rispetto alla classica illuminazione ha un risparmio energetico del 80/90% e non emette raggi UV nocivi.

Se invece si desidera aumentare o diminuire la luce, è consigliabile acquistare gli specchi a LED Touch.

 

Inoltre, su tutti gli automezzi è presente uno specchio retrovisore che permette al guidatore di vedere i veicoli che scorrono dietro di lui.

Solitamente, nella parte opposto agli incroci, nei cosiddetti angoli ciechi, sono presenti gli specchi convessi che permettono al guidatore di aumentare la visibilità dove risulta ridotta a causa di ostacoli come curve, oppure muri e alberi.

 

COME SI PULISCE LO SPECCHIO?

Gli specchi rappresentano un elemento d’arredo fondamentale e richiedono una perfetta pulizia.

Il migliore modo per pulirli, evitando l’effetto alone è quello di utilizzare l’alcool che consente di eliminare le tracce di sporco/ polvere e di lucidare allo stesso tempo.

Se si desidera avere un vetro più brillante, si può unire una minima quantità di acqua tiepida con dell’aceto.

Per eliminare delle piccole macchie che possono formarsi, è possibile utilizzare delle foglie di tè calde e strofinare con uno straccio di lana.

Pulire lo specchio con prodotti naturali e meno aggressivi è più salutare.

 

Curiosità:

  • Secondo alcuni studi, lo specchio è il primo elemento che aiuta il bambino nella formazione del proprio IO.

Prima dei sei mesi il bambino, se posto davanti allo specchio non riesce a identificarsi e pensa sia un'altra persona.

Questa parte di identificazione del proprio io, inizia tra i 6 e i 18 mesi.

 

  • Archimede utilizzò degli specchi ustori (che sono in grado di concentrare i raggi paralleli provenienti dal sole in un punto detto fuoco dello specchio) per incendiare le navi romane durante l’assedio di Siracusa.