Negli ultimi anni abbiamo ricominciato a dare valore a gesti semplici e silenziosi: aprire una finestra, svuotare un ripiano, togliere ciò che non serve, alleggerire lo spazio perché torni a farci bene.
È da questo bisogno diffuso ma mai dichiarato che nasce la Clean Home Week: una settimana senza regole né proclami, in cui la casa si riprende il suo tempo e ci chiede solo attenzione, non fatica.
L’idea non arriva da un regolamento o da un calendario fissato dall’alto.
È nata, come spesso accade, da un’esigenza comune.
Quando l’estate entra in casa, porta con sé oggetti lasciati in giro, profumi che si mescolano, una certa stanchezza nell’aria.
A quel punto non servono istruzioni: arriva naturale il bisogno di alleggerire. Mettere via, pulire, riordinare. Far respirare le stanze e con loro, anche noi.
Le radici: dal World Cleanup Day ai gesti quotidiani
Nel 2008, in Estonia, 50.000 persone si rimboccarono le maniche e, in appena un giorno, liberarono il Paese da oltre 10.000 tonnellate di rifiuti. Fu un gesto concreto, collettivo, potentissimo.
Da lì nacque il movimento Let’s Do It! destinato a ispirare il mondo.
Dieci anni dopo, nel 2018, prese vita il primo World Cleanup Day: una giornata globale per ripulire città, parchi, strade e spiagge. Parteciparono 18 milioni di persone in 157 paesi.
Nel 2023, i volontari erano più di 90 milioni, coinvolti in oltre 200 nazioni.
Un gesto che era nato per strada si era trasformato in movimento planetario.
Quel gesto globale ha lasciato il segno. Se milioni di persone riescono a pulire insieme il mondo in ventiquattr’ore, viene naturale chiedersi: cosa possiamo fare noi, dentro le nostre case, con le nostre mani?
La Clean Home Week nasce proprio da lì. Da un’azione collettiva che diventa personale.
È la versione domestica di un desiderio condiviso: fare spazio, togliere l’eccesso, sentirsi più leggeri fuori e dentro casa.
Una tradizione che già conoscevamo
In realtà, prima ancora che qualcuno le desse un nome, queste giornate di pulizia esistevano già.
Le nostre nonne non parlavano di Clean Home Week, ma lo facevano comunque. Verso fine luglio, quando le valigie iniziavano a riempirsi e l’estate si faceva più calda, la casa si preparava al silenzio.
Si lavavano le tende, si battevano i tappeti, si passava lo straccio sopra i mobili più alti. Il copridivano lasciava il posto a un tessuto più fresco, i letti venivano girati, i materassi portati sul balcone per prendere aria. Le credenze si svuotavano dalle bottiglie inutili, si sistemavano gli armadi “per lasciare tutto in ordine”, come dicevano loro.
Era una routine di fine stagione. Un gesto pratico, ma anche affettuoso. Un modo per lasciare la casa pulita prima di chiuderla. E per ritrovarla, al ritorno, leggera, pronta, silenziosa.
Oggi: una settimana, cinque giorni, cinque spazi
Oggi la Clean Home Week si è adattata ai tempi, ma lo spirito è rimasto lo stesso.
C’è chi la divide in cinque giorni, dedicando ogni giornata a uno spazio diverso: bagno, cucina, soggiorno, camera da letto, ingresso o terrazzo.
Non si tratta di pulire tutto, ma di scegliere. Di osservare con attenzione e agire in piccolo.
– Rimuovi un oggetto che non serve più.
– Sposta un mobile leggero per cambiare prospettiva.
– Lava una tenda che hai smesso di notare.
– Passa sotto un letto da troppo tempo ignorato.
– Cambia fragranza in una stanza che ha bisogno d’aria.
Niente tabelle, niente sfide. Solo gesti che alleggeriscono.
Perché la casa non ha bisogno di perfezione. Ha solo bisogno di tornare a respirare con te.
Pulito visivo, pratico, olfattivo
Quando si decide di fare spazio, ci si muove su più livelli.
Il primo è quello visivo: si sgombra ciò che si vede subito. Il tavolo torna libero, le mensole si svuotano un po’, i cestini si alleggeriscono.
Poi c’è il piano funzionale: si ottimizza. Una cesta dove prima c’era confusione, un contenitore trasparente al posto di tre scatole diverse, un tappetino fresco al posto di quello vecchio.
Infine, arriva l’aspetto olfattivo: il più sottovalutato, ma spesso il più efficace. Si passa dal talco d’inverno agli agrumi, alla menta, al tè bianco. Profumi leggeri, capaci di cambiare l’aria sul serio.
Oggetti che aiutano davvero
Non serve rivoluzionare la casa. Spesso bastano pochi oggetti giusti, scelti con attenzione, per restituire equilibrio e leggerezza agli ambienti.
Ceste intrecciate in corda o cotone
Non sono solo contenitori: aiutano a raccogliere visivamente ciò che sparisce nel disordine quotidiano. Una in camera per i plaid, una in bagno per la biancheria, una in ingresso per chiavi, occhiali e oggetti che non trovano mai un posto. Stanno bene ovunque e, senza farsi notare troppo, sistemano tutto.
Barattoli in vetro con coperchio in legno
Pratici in cucina, indispensabili in bagno. Permettono di eliminare le confezioni plasticose che riempiono visivamente i mobili, dando ordine con poco. Dentro ci metti farina, zucchero, ma anche dischetti struccanti, spazzole, mollette. E il piano di lavoro cambia aspetto.
Vasi in ceramica opaca
Un vaso, se ben scelto, è sufficiente per “pulire” un angolo. Quelli opachi, dalle linee semplici, si integrano con qualsiasi stile e arredano anche senza fiori. Basta un ramo secco, un ciuffo d’erba, o semplicemente il vuoto. È l’oggetto decorativo più silenzioso che ci sia.
Copritavolo in lino o cotone naturale
Sostituire una tovaglia fa un effetto immediato, anche in una stanza che non hai toccato da mesi. I tessuti estivi, leggermente stropicciati, danno un’aria vissuta ma fresca. Abbinati a piatti neutri o a un solo vassoio decorativo, trasformano il tavolo nel cuore leggero della casa.
Candele profumate agrumate o fresche
Non servono solo a profumare. Riducono la sensazione di aria “vecchia”, aggiungono atmosfera e fanno sembrare tutto più curato. Le fragranze leggere come limone, tè bianco o menta sono ideali nei mesi estivi: puliscono l’aria senza invaderla.
Curiosità
- Il limone non profuma soltanto. In aromaterapia viene usato per alleggerire la mente: ha un effetto stimolante, pulisce i pensieri e viene diffuso persino in ambulatori e cliniche per rendere l’ambiente più vivibile.
- I tappeti si battevano all’alba. In tutta Italia, la tradizione voleva che si facessero “respirare” prima del grande caldo. Tappeti stesi sui balconi, battipanni in mano, e polvere che volava. Solo al mattino presto o al tramonto: mai nelle ore di mezzo.
- In Svezia si chiama “sommarstädning”. È la pulizia d’estate, fatta prima delle ferie collettive di agosto. Si lavano tende, vetri, si alleggeriscono gli spazi. Una tradizione ancora viva, che accompagna il saluto alla casa prima del silenzio estivo.
- Lasciare la casa in ordine è anche un gesto affettivo. In molte culture, non è solo una questione pratica: riordinare prima di partire è un modo per dire “grazie”. La casa si saluta, si rispetta, si mette a riposo.
- Disordine = più caldo. Uno studio del 2021 ha rilevato che l’ordine visivo in una stanza può ridurre la percezione del caldo anche di 1,5°C. Meno oggetti in vista, più fresco nella testa (e nel corpo).